Ponte sul Cavo Fiuma, 1944
Poviglio vanta una intensa tradizione antifascista.
Anche negli anni Trenta, nonostante la repressione fascista, numerosi sono i gruppi di oppositori. Tra questi va ricordato il club TAMMI, composto dai giovani Plinio Torelli (classe 1920), che assunse in seguito il nome di battaglia “Porthos”, Bruno Artoni, Giuseppe Manghi, Tonino Montanarini, Massimo lotti. Il gruppo è disperso dal richiamo alle armi nel 1940, ma gli amici continuano a scriversi. In particolare Torelli, arruolato nel genio ferrovieri, si sposta tra Castelmaggiore, il fronte francese, Trieste, la provincia di Caserta, il Molise, la Puglia; sempre per costruire ferrovie.
Nel luglio 1943 Torelli è ancora a Torino, da dove scappa verso casa, arrivando a Poviglio a metà settembre. Qui riprende il contatto con alcuni amici e insieme con Livio Tirelli “Tito” avvia l’attività di sostegno ai disertori, di recupero armi, di sabotaggio. Nel maggio 1944 è quindi tra i fondatori della 77° Sap, di cui guida il III distaccamento. Commissario è Licinio Tedeschi “Marat”, vice commissario Egidio Paini “Giaguaro”.
Numerose le azioni, in particolare di sabotaggio alle infrastrutture: in maggio abbattono i pali telegrafici; in giugno fanno deragliare un treno nei pressi del ponte sul cavo Fiuma. Con l’inizio del 1945 le azioni si fanno più ambiziose, ma i fascisti mettono Torelli sulla lista nera. Porthos, già ferito in azione, è quindi costretto ad abbandonare la casa e a trasferirsi a Cadelbosco, assumendo il comando del II distaccamento. Anche qui guida azioni temerarie, come quella che l’1 marzo fa saltare due ponti sulla strada Reggio-Cadelbosco Sopra .
A fine aprile Torelli intende guidare il suo gruppo all’attacco del presidio della Gnr di Cadelbosco. Ma sopraggiunge in zona una colonna di 80 tedeschi in ritirata, che attacca i partigiani alla Barchessa. L’arrivo di un distaccamento da Cogruzzo costringe i tedeschi alla ritirata, nel corso della quale incrociano il gruppo di Porthos.
Il comandante, per salvare gli uomini, attira i tedeschi oltre il fiume, dove trova la morte nei pressi del Traghettino. E’ il 24 aprile 1945, subito prima della Liberazione.
Torelli viene decorato di Medaglia di bronzo alla memoria al v.m., con la seguente motivazione: “Per evitare l’accerchiamento della formazione di cui faceva parte si portava temerariamente con pochi uomini alle spalle del nemico che attaccava provocandone lo sbandamento. Espostosi al fuoco avversario in zona scoperta, colpito in fronte cadeva esanime al suolo. Cadelbosco Sopra, 24-4-1945
Anche negli anni Trenta, nonostante la repressione fascista, numerosi sono i gruppi di oppositori. Tra questi va ricordato il club TAMMI, composto dai giovani Plinio Torelli (classe 1920), che assunse in seguito il nome di battaglia “Porthos”, Bruno Artoni, Giuseppe Manghi, Tonino Montanarini, Massimo lotti. Il gruppo è disperso dal richiamo alle armi nel 1940, ma gli amici continuano a scriversi. In particolare Torelli, arruolato nel genio ferrovieri, si sposta tra Castelmaggiore, il fronte francese, Trieste, la provincia di Caserta, il Molise, la Puglia; sempre per costruire ferrovie.
Nel luglio 1943 Torelli è ancora a Torino, da dove scappa verso casa, arrivando a Poviglio a metà settembre. Qui riprende il contatto con alcuni amici e insieme con Livio Tirelli “Tito” avvia l’attività di sostegno ai disertori, di recupero armi, di sabotaggio. Nel maggio 1944 è quindi tra i fondatori della 77° Sap, di cui guida il III distaccamento. Commissario è Licinio Tedeschi “Marat”, vice commissario Egidio Paini “Giaguaro”.
Numerose le azioni, in particolare di sabotaggio alle infrastrutture: in maggio abbattono i pali telegrafici; in giugno fanno deragliare un treno nei pressi del ponte sul cavo Fiuma. Con l’inizio del 1945 le azioni si fanno più ambiziose, ma i fascisti mettono Torelli sulla lista nera. Porthos, già ferito in azione, è quindi costretto ad abbandonare la casa e a trasferirsi a Cadelbosco, assumendo il comando del II distaccamento. Anche qui guida azioni temerarie, come quella che l’1 marzo fa saltare due ponti sulla strada Reggio-Cadelbosco Sopra .
A fine aprile Torelli intende guidare il suo gruppo all’attacco del presidio della Gnr di Cadelbosco. Ma sopraggiunge in zona una colonna di 80 tedeschi in ritirata, che attacca i partigiani alla Barchessa. L’arrivo di un distaccamento da Cogruzzo costringe i tedeschi alla ritirata, nel corso della quale incrociano il gruppo di Porthos.
Il comandante, per salvare gli uomini, attira i tedeschi oltre il fiume, dove trova la morte nei pressi del Traghettino. E’ il 24 aprile 1945, subito prima della Liberazione.
Torelli viene decorato di Medaglia di bronzo alla memoria al v.m., con la seguente motivazione: “Per evitare l’accerchiamento della formazione di cui faceva parte si portava temerariamente con pochi uomini alle spalle del nemico che attaccava provocandone lo sbandamento. Espostosi al fuoco avversario in zona scoperta, colpito in fronte cadeva esanime al suolo. Cadelbosco Sopra, 24-4-1945
“Riferimenti:
G.Carretti, I giorni della grande prova, Tecnostampa, Reggio Emilia 1964 (l’ultima edizione è Cadelbosco 2005)
A.Zambonelli, Poviglio storia di lotte. (Dall’Unità d’Italia alla Liberazione) , Poviglio 1978
Fascismo, antifascismo e Resistenza a Poviglio. Mappa storica, Poviglio-Reggio Emilia 1996
Poviglio, memorie della Resistenza, Poviglio 2002
G.Bertani, Plinio Torelli. Il prezzo della libertà, in “RS”, 2004, 98
Storia e memoria della Resistenza a Poviglio, Poviglio – Reggio Emilia 2006
Luogo
Ponte sul cavo fiuma – Via Val d’Enza, incr. Via Romana – Poviglio (RE)