Il territorio di Neviano degli Arduini, Comune Medaglia di Bronzo al valor militare, è stato teatro di uno dei primi rastrellamenti nazifascisti durante l’estate del 1944, l’operazione Wallenstein I che ebbe inizio all’alba del primo luglio di quell’anno.

I mesi che avevano seguito l’Armistizio dell’8 settembre 1943 avevano visto riunirsi nel territorio intorno al Monte Fuso, sulla sponda parmense dell’Enza dove l’alta collina inizia a diventare montagna, le prime formazioni partigiane, ai primi tempi gruppi poco numerosi di guerriglieri, antifascisti della prima ora il cui primo scopo era di rifornirsi di armi ed equipaggiamento oltre che istituire una rete capillare e funzionante per il contrasto alle forze nazifasciste, che avevano un importante base operativa a Ciano d’Enza.

Tra i primi gruppi ad operare nel territorio fu il distaccamento Don Pasquino, guidato dal comandante Massimiliano Villa “William” che firmerà, anni dopo, insieme a Mario Rinaldi uno dei testi più completi ed esaustivi sulla resistenza in val d’Enza, “Dal Ventasso al Fuso”. Fu proprio il Don Pasquino protagonista della rocambolesca ma fortunata cattura di un ufficiale medico tedesco, Buck, durante il disarmo della caserma dei Carabinieri di Traversetolo: cattura che portò ad un importante scambio di prigionieri a fine giugno del 1944, presso la località “Torrione” di Neviano, tra l’ufficiale tedesco e numerosi prigionieri politici del Carcere di San Francesco a Parma.

Pochi giorni dopo, ebbe inizio il primo grande rastrellamento in queste zone.

La colonna di soldati tedeschi, guidati da militari della RSI, risalì la vallata fino al paese di Mozzano, nella parte alta del Comune alle pendici del Monte Fuso. Già quella sera iniziò la razzia del bestiame da parte dei soldati, e la cattura sistematica di ogni uomo e ragazzo in età da lavoro, da spedire ai campi di lavoro in Germania. Due abitanti del paese, uno dei quali ancora un ragazzo, furono fucilati la sera stessa nei campi di fianco alle case.

All’alba del primo luglio, la colonna tedesca e fascista iniziò a rastrellare tutte le frazioni intorno al monte Fuso: Lupazzano, Sasso, Campora, Vezzano, Scurano, fino a Lagrimone e Rusino nel vicino territorio del Comune di Tizzano.

Per ogni paese si ripeteva il terribile procedimento dei rastrellatori: la razzia del bestiame, l’incendio di alcune case, la perlustrazione delle abitazioni a caccia di “ribelli”; soprattutto, l’uccisione sommaria, sul luogo, di uomini e ragazzi, civili e inermi.

Alla sera del primo luglio furono 34 i caduti civili nevianesi dell’operazione Wallenstein: tra di essi una donna, Domenica Aldigeri di Vezzano, e il suocero di lei Ernesto, di 81 anni.

Il rastrellamento proseguì per l’intera prima settimana di un luglio torrido, con i soldati a perlustrare il territorio e l’assoluto divieto di spostare i cadaveri dei caduti da dove erano stati lasciati a monito dai rastrellatori.

Alcune settimane dopo, nell’agosto del 1944, a Palazzo Baroni di Sarignana, presso Scurano, veniva costituita ufficialmente la Quarantasettesima Brigata Garibaldi, che Ubaldo Bertoli avrebbe narrato magistralmente vent’anni dopo nel suo breve romanzo omonimo. Nella Quarantasettesima confluirono i primi distaccamenti che sino ad allora avevano operato separatamente, tra cui il Don Pasquino di William, il Buraldi ed altri.

Memori della dura lezione imparata poche settimane prima, sul dispiegamento di forze e sull’efferatezza dell’esercito occupante, i combattenti della nuova Garibaldi si imposero un più efficiente ordinamento militare e un’organizzazione capillare sul territorio, dando grande importanza al rapporto con la popolazione civile.

A fronte del rischio, amplificato dalla rappresaglia appena subìta, di perdere l’appoggio ed il fondamentale aiuto della popolazione civile, la Brigata si fece infatti promotrice dell’istituzione di un Comune Libero e democratico a Neviano degli Arduini, oltre che garantire un servizio di polizia e controllo sul territorio: segnali che, pur nella situazione di conflitto attuale, il tempo dell’anarchia stava finendo, e si sarebbe andati verso una nuova Pace.

 

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