Casolare di Rabona, 1944
Nel ramisetano sono presenti varie basi partigiane che sfruttano il territorio impervio e lontano dalle principali vie di comunicazione. In particolare la famiglia Laghi mette a disposizione varie sue proprietà come case di latitanza e luoghi di ricovero.
Proprio in questa zona si rifugiano i partigiani reggiani dopo l’aspro scontro di Cerrè Sologno del 15 marzo 1944. E in uno di questi casolari Didimo ferrari “Eros” compone “La canzone dei garibaldini reggiani”.
Nell’estate, con l’attestarsi del fronte sulla Linea Gotica, l’attività repressiva tedesca si fa più capillare.
A fine novembre poi i nazisti intraprendono una azione di rastrellamento sistematica, condotta dagli uomini della scuola antiribelli di Ciano.
Pochi giorni dopo la strage di Legoreccio, Reparti del Lehrstab für Bandenbekämpfung puntano al Comando della 32a Brigata Garibaldi a Castagneto.
Nel casolare nei pressi di Rabona, sorprendono 8 giovani del distaccamento “Amendola”.
Nel combattimento sono uccisi 4 partigiani e altri 4 sono catturati. 3 di essi sono fucilati nello stesso giorno a Ramiseto. L’ultimo, Aroldo Montanari, viene deportato a Mauthausen dove morirà il 20 aprile 1945.
Ma il loro sacrificio consente al comando di ripiegare a Lugolo con tutti i documenti. Va invece perduto un magazzino dell’intendenza di brigata, nel quale erano stati raccolti molti abiti pesanti e circa 80 kg di sale.
Spostatisi sul versante parmense, i tedeschi attaccano il Monte Caio, catturando e fucilando altri 3 partigiani della 3° Brigata Julia.
Il IV battaglione reggiano è costretto a ripiegare in Toscana con l’infermeria della brigata (evacuata il 22 novembre) ed il carcere (trasferito il 24 novembre).
A partire dal 24 novembre le formazioni della 32° rientrano in territorio reggiano ritenendo, a torto, che il rastrellamento tedesco fosse giunto al termine. Le truppe germaniche invece sono ancora schierate nella zona di confine fra le due province e il 25, approfittando della nebbia, piombano sull’abitato di Succiso.
Nello scontro muoiono 4 combattenti reggiani; altri due, insieme ad un civile, vengono catturati e fucilati. Tra questi anche il comandante del distaccamento Ulderico Miselli “Rolando”, giustiziato due giorni dopo a Ciano.
Complessivamente il rastrellamento di novembre causa la morte di 45 partigiani e 5 civili.
Proprio in questa zona si rifugiano i partigiani reggiani dopo l’aspro scontro di Cerrè Sologno del 15 marzo 1944. E in uno di questi casolari Didimo ferrari “Eros” compone “La canzone dei garibaldini reggiani”.
Nell’estate, con l’attestarsi del fronte sulla Linea Gotica, l’attività repressiva tedesca si fa più capillare.
A fine novembre poi i nazisti intraprendono una azione di rastrellamento sistematica, condotta dagli uomini della scuola antiribelli di Ciano.
Pochi giorni dopo la strage di Legoreccio, Reparti del Lehrstab für Bandenbekämpfung puntano al Comando della 32a Brigata Garibaldi a Castagneto.
Nel casolare nei pressi di Rabona, sorprendono 8 giovani del distaccamento “Amendola”.
Nel combattimento sono uccisi 4 partigiani e altri 4 sono catturati. 3 di essi sono fucilati nello stesso giorno a Ramiseto. L’ultimo, Aroldo Montanari, viene deportato a Mauthausen dove morirà il 20 aprile 1945.
Ma il loro sacrificio consente al comando di ripiegare a Lugolo con tutti i documenti. Va invece perduto un magazzino dell’intendenza di brigata, nel quale erano stati raccolti molti abiti pesanti e circa 80 kg di sale.
Spostatisi sul versante parmense, i tedeschi attaccano il Monte Caio, catturando e fucilando altri 3 partigiani della 3° Brigata Julia.
Il IV battaglione reggiano è costretto a ripiegare in Toscana con l’infermeria della brigata (evacuata il 22 novembre) ed il carcere (trasferito il 24 novembre).
A partire dal 24 novembre le formazioni della 32° rientrano in territorio reggiano ritenendo, a torto, che il rastrellamento tedesco fosse giunto al termine. Le truppe germaniche invece sono ancora schierate nella zona di confine fra le due province e il 25, approfittando della nebbia, piombano sull’abitato di Succiso.
Nello scontro muoiono 4 combattenti reggiani; altri due, insieme ad un civile, vengono catturati e fucilati. Tra questi anche il comandante del distaccamento Ulderico Miselli “Rolando”, giustiziato due giorni dopo a Ciano.
Complessivamente il rastrellamento di novembre causa la morte di 45 partigiani e 5 civili.
Riferimenti:
G.Franzini, Storia della Resistenza reggiana, Anpi, Reggio Emilia 1966
R.Barazzoni, Val d’Enza in armi, Anpi, Reggio Emilia 1991
A. Nobili, L’eccidio di Legoreccio: 17 novembre 1944, Nuova Tipolito, Reggio Emilia 2001
A. Combi, Un gappista nel lager: cronaca di una resistenza, Triangolo Rosso, Milano 2002
www.anpireggioemilia.it/agenda-della-resistenza/1944-20-novembre-combattimento-di-ramiseto
www.antiwarsongs.org
G.Franzini, Storia della Resistenza reggiana, Anpi, Reggio Emilia 1966
R.Barazzoni, Val d’Enza in armi, Anpi, Reggio Emilia 1991
A. Nobili, L’eccidio di Legoreccio: 17 novembre 1944, Nuova Tipolito, Reggio Emilia 2001
A. Combi, Un gappista nel lager: cronaca di una resistenza, Triangolo Rosso, Milano 2002
www.anpireggioemilia.it/agenda-della-resistenza/1944-20-novembre-combattimento-di-ramiseto
www.antiwarsongs.org
Luogo
Casolare di Rabona
Stradello su SP15, prima del n.1 di via Castagneto – Castagneto di Ramiseto (RE)