La scuola antiribelli di Ciano
L’azione repressiva tedesca nei confronti della Resistenza sull’Appennino emiliano compie un salto di qualità nel corso dell’estate 1944. L’assestarsi del fonte sulla Linea Gotica rende infatti necessario “ripulire” le sue retrovie dalla presenza partigiana .
Dopo le grandi operazioni di rastrellamento di inizio estate, che avevano colpito anche la Val d’Enza nell’ambito della operazione Wallenstein I, la tattica cambia grazie alla messa in campo di reparti specializzati che puntano a colpire direttamente e costantemente le squadre di ribelli.
Nel territorio reggiano l’esempio più eclatante di questo nuovo approccio è rappresentato dall’arrivo a Ciano a fine settembre del Lehrstab fur Bandenbekaempfung.
Nell’ottobre 1944 la Scuola fissa la sua base a Ciano, ritenuta una posizione strategica per dirigere la lotta alle bande.
Nei sette mesi successivi i tedeschi compiono numerose spedizioni punitive, che portano all’uccisione di oltre 120 persone.
Tra gli episodi più gravi il massacro dei garibaldini del Distaccamento Cervi, colti di sorpresa e sterminati all’alba del 17 novembre a Legoreccio.
Molti partigiani e civili loro collaboratori sono arrestati e condotti nelle carceri tedesche, dove la situazione è proibitiva. Tra i pochi scampati c’è il capitano Giovanni Fucili “Quarto”.
In dicembre l’organizzazione partigiana della zona si struttura: sorge la 144° Brigata Garibaldi; e il raggruppamento sappista diventa il gruppo c della 285a (poi, da marzo, prima zona). I collegamenti sono tenuti da Renato Beltrami “Gallo”.
Il 20 dicembre i partigiani del distaccamento “Beucci” della 76° Sap, di ritorno dopo un periodo di attività in pianura, tendono un’imboscata, presso Cerredolo de’Coppi di Casina, ad un’autovettura tedesca con a bordo cinque militari, uccidendone due.
Tra le vittime dell’agguato figura il capitano Volkmar Seifert, ufficiale veterano della Grecia e della Jugoslavia, e capo della Scuola antiribelli. Vengono inoltre recuperati documenti importantissimi per smascherare il sistema di spionaggio tedesco nella zona.
Il giorno seguente scatta una prima operazione di rappresaglia: presso il luogo dell’agguato, lungo la provinciale Ciano-Casina, vengono fucilati quattro partigiani ed un civile. Il 23 dicembre, a seguito della morte di Seifert, avvenuta presso l’ospedale militare tedesco di Reggio Emilia, vengono fucilati a Vercallo un altro civile e sette partigiani prelevati dalla prigione di Ciano.
La scuola rimarrà in funzione fino al 10 aprile 1945, quando il paese verrà liberato da una azione congiunta dei partigiani della 143° parmense e della 144° reggiana.
Riferimenti:
R.Cavandoli, Ciano per la libertà 1859-1945, Ciano 1978.
M. Bellelli, La strage di Legoreccio e la Scuola antiribelli di Ciano, in “RS – Ricerche Storiche”, 2012, 113, pp. 61 ss.
M. Ascher, «Era terribile, come nella guerra dei trent’anni». Il Lehrstabfür “Bandenbekämpfung” a Ciano d’Enza e nella guerra contro i partigiani e la popolazione civile in Italia (1944-1945), in “RS – Ricerche Storiche”, 2017, 123, pp.13 ss.
F.Piccinini, a cura di, Livio Piccinini Delinger: una scelta per la libertà, TM Reggio Emilia 2015
Resistenzamappe.it
Luogo
Via Val d’Enza Nord, 28 – Ciano d’Enza (RE)